Obiettivo dinamismo: intervista alla Chef Marianna Vitale

Spalle dritte e braccia incrociate sul petto, quasi nel tentativo di voler creare una barriera e intimidire l’interlocutore. In questo modo inizia l’intervista alla Chef Marianna Vitale.

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Nel 2009 apre il suo ristorante Sud a Quarto, dopo una breve parentesi ai fornelli di Palazzo Petrucci con lo Chef Lino Scarallo. Con determinazione, inventiva e passione la giovane Chef ha intrapreso la strada della stella Michelin e l’ha conquistata nel 2011.

La sua capacità creativa di dare forma a un piatto e mettere insieme non solo dei gusti, ma delle idee, deriva da una energia e un fuoco che si alimenta e autoalimenta con stimoli esterni connessi a spinte interne. Una combustione che si produce a contatto con il mondo e si rivela e rileva nei suoi piatti che non vogliono esprimere – ricordando le parole del futurista Marinetti – «fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo», ma al contrario dinamismo e movimento.

«Il 50% della mia creatività è dentro, devo fare in modo che venga fuori; l’altro 50% aiuta quello che ho dentro a venir fuori grazie a stimoli esterni… il viaggio, come stimolo esterno, è fondamentale nei miei piatti, quindi il movimento e qualunque tipo di movimento».

I suoi piatti, come in un quadro, disegnano uno schizzo di tutti i luoghi, delle esperienze, dei cibi, delle persone e dei profumi incontrati e sistematizzati in un solo boccone.

La sua è una cucina che attinge dalla materia prima del territorio con alimenti e risorse influenzati dal tipo di clima e agricoltura locale; tant’è che i suoi piatti comunicano, oltre al gusto palatale, la voglia di riscatto e di avercela fatta in una zona generalmente complicata, dal punto di vista turistico, come quella dei Campi Flegrei. Piatti, i suoi, che non si rivolgono a un pubblico specifico o un cliente ideale e non vogliono produrre una stratificazione sociale o un format plastico predefinito di esperienze: così la decisione di rendere accessibili i prezzi nel suo ristorante.

L’apparente rigidità, avvertita da chi le sta attorno, è un atteggiamento di vita e un aspetto della sua personalità: «disciplina, ordine, regole mi hanno aiutato». Regole che hanno inevitabilmente permesso di conoscere i suoi limiti e superarli.

Il viaggio della giovane chef oggi non si è ancora concluso, il suo continuo movimento, la caparbietà e la grinta la porteranno su nuovi sentieri da percorrere e obiettivi da raggiungere e, vista la sua indole, forse lontani da Quarto. Non le appartiene la paura di stravolgere tutto e ricominciare da capo, per non perdere il guizzo creativo e la voglia di pensare al futuro: questa è Marianna Vitale.

 

13908878_10209565427830916_6957995644904828081_oAlessandro Ditommaso, il mio cibo è a metà tra tradizione lucana e moda gourmet; l’attrazione gastronomica nasce con gli studi sociologici ed è continuata con un master in comunicazione multimediale dell’enogastronomia. Non a caso appassionato della scrittura viscerale e di “pancia” di John Fante. Distribuisco i miei umori e amori gastronomici nel mio blog mettendo nero su bianco i colori culturali del cibo. Collaboro con le guide del Gambero Rosso e lascio sedurre il mio palato da vini riflessivi.

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