Con Fabio Ditto di Loco for Drink parliamo di birra e del progetto VAR

Lo sapevi che il settore della birra è il settore manifatturiero più grande del nostro Paese?

Abbiamo fatto qualche domanda a Fabio Ditto (General Manager di Loco for Drink), per avere qualche fabio Ditto_foto profiloinformazioni in più sulla distribuzione e l’apprezzamento della birra nel nostro Paese, ma anche per capire meglio in che cosa consiste il progetto VAR e che benefici potrà portare…

In base alla vostra attività di importazione e distribuzione di birre, qual è la vostra percezione dell’attuale trend di mercato di questo prodotto del nostro Paese? Il settore gode di buona salute?
“Il settore della birra in Italia è una parte importante dell’industria alimentare nazionale che è, dopo quella meccanica, il settore manifatturiero più grande del Paese. Rispetto ai paesi europei che più le sono vicini per matrice culturale e storica, l’Italia non può vantare un altrettanto rilevante consumo annuo pro capite di birra, ma è stata, negli ultimi trent’anni, protagonista di una vera e propria esplosione nel settore, al punto da venir considerata, nel panorama birrario internazionale, un autentico fenomeno. Dai dati forniti da Assobirra nell’ultimo rapporto del 2015, la produzione di birra è cresciuta del 2% raggiungendo i 13.521.000 ettolitri. Sta cambiando anche il profilo del consumatore, sempre più attento alla qualità e al consumo consapevole, con un crescente interesse del pubblico femminile: oggi in Italia sempre più donne bevono birra (6 su 10, ma erano 2 su 10 negli anni Ottanta), tanto da avere la più ampia base di consumatrici d’Europa.
Loco for Drink ha beneficiato di questo trend di crescita. Oggi conta 200 clienti, 15 impiegati e 6 agenti coinvolti nella distribuzione, con un mercato principalmente locale, in Campania. Con una forte specializzazione nei birrifici, ma anche pizzerie e ristoranti che fortunatamente negli ultimi anni sono attente alla qualità dei prodotti serviti.
La nostra crescita, negli ultimi 5 anni è stata del 100%. Questo risultato lo abbiamo conseguito grazie ad un progetto birra, costruito su misura a favore delle esigenze e dei servizi richiesti dal cliente, specializzandoci nel marketing, creando figure professionali che si occupano di formazione e consulenza nello start up. Oggi l’azienda, che si sviluppa su 4000mq di superficie, è leader in Campania per l’importazione e distribuzione di birre di marche nazionali ed internazionali tra le più blasonate del mercato mondiale, con una particolare attenzione alle produzioni di micro birrifici a lavorazione artigianale: le lager, principalmente, come Paulaner, Warsteiner, Fosters, Konig Ludwig, Maes, Hacker Pschorr, ma anche le trappiste per veri puristi. In quasi vent’anni di attività – iniziata come distribuzione di bevande e installazione di impianti alla spina -Loco for Drink è oggi sinonimo di promozione e valorizzazione della cultura della birra con un’offerta di 110 tipi di birre alla spina e in bottiglia provenienti dai più importanti paesi produttori come Germania, Belgio, Scozia, Irlanda, Olanda, Italia, America ma anche da paesi emergenti nel settore come il Giappone”.

Ci sono prodotti o tipologie che, più di altri, vengono apprezzati dai nostri connazionali o, più nello specifico, dal vostro circuito di riferimento?
“In termini netti di consumo sicuramente la Lager. La birra Lager è frutto della bassa fermentazione, un procedimento che si svolge a temperature ridotte (10°C circa) a differenza dell’alta fermentazione, che invece contraddistingue altre tipologie di birra come ad esempio le Ale e le birre belghe (prodotte tra 15 e 25°C). La maggior parte delle Lager sono pale (chiare) o di colore intermedio, il loro sapore in genere non è particolarmente marcato, sono piuttosto beverine. Anche per questo motivo sono sicuramente apprezzate dalla maggioranza.
Nel 2015, forti della nostra esperienza nel settore, per offrire ai nostri clienti un prodotto a firma Loco for Drink, nasce il pogetto K birr: una nuova produzione di birra napoletana realizzata in collaborazione con il Microbirrificio Chiari Sas e con il mastro birraio Achille Certezza. Sarà lanciata sul mercato a fine febbraio 2016 e comprenderà diverse tipologie di gamma: Lager bionda, ottenuta da un blend di malti, una Scotch Ale con malto di whisky torbato e infine una Imperial Stout dalle calde note di liquerizia e caffè”.

auerbrau111Vi occupate anche di formazione. Vi chiediamo qualche consiglio per i nostri lettori. Ad esempio: come scegliere la birra più adatta ai propri clienti? Come abbinarla?
“Negli ultimi anni il mondo delle birre e più in particolare di quelle artigianali ha conosciuto un vero e proprio boom, tanto che ormai viene abbinata ai piatti di pesce anche nei ristoranti stellati. Il Nord Europa ci offre ottimi esempi di abbinamento di birre con pesci, crostacei e frutti di mare. In Belgio birre di varie tipologie accompagnano le ricette con le tradizionali cozze (mules) mentre in Gran Bretagna i crostacei si servono con birre corpose e alcoliche. Loco for Drink si trova a Napoli e siamo orgogliosi di essere partenopei. Napoli è pizza e pizza è Napoli. Abbiamo negli ultimi anni incrementato i volumi di vendita anche nelle pizzerie. I consumatori sono sempre più attenti e scelgono birre artigianali prodotte con il metodo dell’editto della purezza (che obbliga il birraio ad utilizzare solo acqua, malto d’orzo e luppolo e lievito). Inoltre grazie al progetto Var (vuoto a rendere) anche i gestori possono offrire birre straordinarie, come la Hacker Pschorr e la Auerbrau ad un prezzo competitivo”.

Come è nato il progetto VAR? Quali sono le strategie affinchè questa pratica possa funzionare? Quali altri Paesi hanno intrapreso simili percorsi e con quali risultati?
“E’ una sfida nuova, specie per il mercato e la distribuzione della birra. L’idea mi è venuta in Germania, dove il vuoto a rendere è legge dal 1992. Da qui la sfida di importare in Italia questa pratica virtuosa. Le birre su cui sarà testato il progetto Var – Vuoto a Rendere- sono la Hacker Pschorr e la Auerbrau, osservanti dell’editto della purezza. Ma la sfida è quella di estendere il progetto a gran parte delle birre importate e distribuite da Loco for Drink. Il vuoto a rendere non è soltanto una buona pratica rispettosa dell’ambiente, ma vuol essere una strategia commerciale a tutto vantaggio del cliente. Permette infatti il riutilizzo delle confezioni con un concreto risparmio economico, dovendolo quantificare otteniamo un risparmio del 20%. L’impatto ambientale è chiaro: una bottiglia di vetro, con il sistema del vuoto a rendere, può essere riutilizzata fino a 40 volte consentendo un risparmio energetico connesso alla produzione di bottiglie nuove. Grazie alla nostra esperienza ventennale, siamo in grado di recuperare i vuoti e di spedirli alle case madri senza difficoltà. Chiaramente questo progetto ci obbliga ad un ciclo di lavorazione più complesso e con più passaggi rispetto alla bottiglia usa e getta. Tuttavia io credo sia il futuro. Il primo punto critico da affrontare è la formazione presso l’esercente che deve sedimentare la pratica stessa: il riutilizzo della bottiglia. Per il momento stiamo lavorando con il “vuoto a rendere” solo con birre tedesche, più sensibili al tema, ma crediamo molto nel progetto. I risultati, anche in termini di fatturato, porteranno sicuramente altri birrifici a credere nel progetto”.

www.locofordrink.it

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