La grande crisi del Marsala Doc

Storia di una parte dell’Italia enoica da preservare.

marsala1Fiore all’occhiello della produzione enogastronomica italiana è senza dubbio il Marsala. Vino liquoroso, dalle caratteristiche riconoscibili grazie al sapore e alla compostezza, viene prodotto in Sicilia sin dal 1800.
Col passare degli anni, le modalità per produrlo sono state copiate da inglesi e spagnoli, che proprio nell’isola siciliana ne avviarono la produzione sperimentandolo anche con il metodo soleras, già conosciuto per il Madeira e lo Sherry. Il Marsala, pur ottenendo annate di grande successo, ha attraversato momenti storici di forte crisi come nel primo dopoguerra, quando molti contadini iniziarono a sfruttare la sua rinomata etichetta per commercializzare vini di scarsa qualità. Nonostante sia stato il primo vino di Sicilia a ricevere la Denominazione di Origine Controllata, per il Marsala si presenta oggi un altro periodo di grande difficoltà.
Il Consorzio per la tutela del vino Marsala Doc era infatti stato istituito fin dal 1963, proprio per proteggerne qualità ed unicità. Ma il recente Testo Unico del Vino non ha incluso il Consorzio nella lista di quelli riconosciuti dalle Politiche Agricole. Ciò ha gettato nello sconforto soprattutto i produttori che hanno perso tutti i benefici legati al consorzio: accesso ai fondi europei nazionali, garanzia di protezione contro l’usurpazione del marchio, rottura dei legami commerciali e della rete vendita e promozionale. marsalaA onor del vero, bisogna ricordare che il Consorzio era stato abbandonato da molte aziende nel corso della sua durata, proprio a causa di numerosi problemi di gestione e dell’inefficienza dei compiti che gli spettavano.
Il Marsala ha inoltre subito di recente ingenti perdite produttive, arrivando a produrre oggi circa 50 mila ettolitri contro gli oltre 90 mila di soli venti anni fa. In effetti la maggior parte dei vini liquorosi ha subito un calo negli ultimi anni, superati dalle tendenze che vedono le bollicine oltrepassare ogni record di vendita.
Ma il Marsala resta un vino da preservare perché proteggerne la produzione e aumentare la distribuzione significa aiutare una parte d’Italia a raccontare la sua storia attraverso un sapore che non ha eguali.

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