Pubblicato da Il Sole24ore dei Comuni esenti.
Si parla ancora di IMU agricola, tema caldo che tanto polverone ha alzato in un settore non già privo di difficoltà intestine. Si mormora su ogni fronte: sul fronte degli agricoltori (inutile spiegare il perché), sul fronte dei professionisti (i commercialisti, ad esempio, che devono fare calcoli a mano e studiarsi bene una faccenda assai complessa), ecc. ecc, in un caos totale che ha richiesto un ulteriore intervento in extremis, arrivato con il Dl 4/2015.
Se è lunga la lista di chi “deve pagare”, esiste però anche una lista parallela degli esenti, in particolare « i terreni agricoli e non coltivati ubicati nei comuni “totalmente montani” e per lo stesso tipo di aree se possedute e condotte dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali nei comuni classificati come “parzialmente montani”». A fare chiarezza – almeno questo era l’intento – su questo punto è stato proprio il Dl del 26 gennaio, che ha anche prolungato la data di scadenza per il versamento dell’imposta al 10 febbraio.
Il Consiglio dei ministri ha risolto il problema dell’Imu agricola montana, fissando nuovi criteri altimetrici per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni contro i 1498 di prima e parziale per 655 comuni. Con l’ausilio dei dati Istat, sono state identificate 3 sottocategorie: i comuni T ovvero totalmente montani, i P ovvero i comuni parzialmente montani e comuni non montani, dove l’Imu deve essere pagata su ogni tipo di terreno indipendentemente dall’attività svolta dal proprietario.
Il Sole24 ha pubblicato la lista completa: vai alla lista dei Comuni che non pagano l’Imu agricola.