I vini di La Canosa: tra la conquista dei mercati esteri e le conferme made in Italy

L’azienda marchigiana del Piceno La Canosa, portavoce dei valori autentici del “far buon vino” made in Italy, riscuote successo in casa e fuori.

bottiglie - CopiaI vini della casa, come il Nummaria, il Nullius e il Musè, hanno avuto infatti approvazioni dagli importatori d’oltreoceano in occasione del World wine meetings 2015 di Chicago, dove si sono riuniti espositori di alto livello da tutto il mondo al Embassy Suites of downtown Chicago. Spopolano invece i bianchi sulla piazza del Fritto Misto 2015 ad Ascoli Piceno. Il Pekò, pecorino in purezza, e il Servator, passerina in purezza, conquistano il beneplacido degli Chef stellati, dato che l’abbinamento con le fritture ne esalta sapore, profumo e colore. Non ultime le conferme del mercato britannico, avute durante la partecipazione alla kermesse londinese del 18 maggio, il London Wine Fair, infatti sempre più ristoranti inglesi richiedono la presenza dei vini firmati La Canosa nelle loro wine list, sia bianchi che rossi. Ma qual è il segreto di Riccardo Reina & Co.? Poche e semplici regole. In primis investire sulla qualità di ogni singolo passaggio della produzione, dalla cura dell’uva alla bottiglia; trattare ogni singolo vitigno con pazienza e passione, e di conseguenza seguire con la stessa dedizione tutte le linee produttive, senza lasciare indietro o in secondo piano nessuno dei “figli”; infine mantenere il giusto prezzo di mercato, senza lucrare o svilire il prodotto. Sembrerebbe tutto facile…ma non riesce sempre a tutti!

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