Food e digital marketing: ‘fumo’ e ‘arrosto’ devono viaggiare a braccetto

Parole e immagini per scatenare i sensi, qualità reale per non tradirli.

Sapori, profumi, tatto: elementi che il web può raccontare solo attraverso parole e immagini. Eppure, nell’epoca dei social, dire che ‘esisti’ e descrivere il tuo prodotto non è sufficiente per farti selezionare tra mille. Mentre raccontarne la storia, le evoluzioni, le cadute e i trionfi, imparando a conoscerlo nello stesso modo in cui impari a conoscere un nuovo amico, premia. Questo è uno degli aspetti emersi durante il Festival Cibiamoci 2017, tenutosi il 16 maggio a Pistoia presso l’azienda vivaistica Mati.

Un evento sul digital marketing enogastronomico rivolto ad addetti ai lavori e curiosi, dove professionisti del settore hanno condiviso know-how ed esperienze dirette all’interno di workshop tematici, elargendo perle, rispondendo a dubbi e curiosità. E allora scopri che un buon contenuto e una bella immagine non sono sufficienti per ricevere consensi nella jungla di internet; che pretendere di essere i migliori non paga, ma paga mettere in luce le proprie peculiarità; che parlare delle persone fa la differenza in un mondo incline all’impersonale ed eternamente in compromesso tra leggi economiche e qualità. Un’occasione di scambio, grazie alla disponibilità di relatori e organizzatori, in un contesto accogliente (tra le piante fiorite e gli orti della struttura dei fratelli Mati, e gli stand di sponsor e aziende), la cui atmosfera è stata più eloquente di molte slide, sottolineando che mangiare, degustare, bere, assaporare, non potranno mai abdicare all’esperienza diretta.  Esci da un evento del genere con informazioni e trucchi del mestiere utili per promuovere un’attività, consapevole che però una cosa – per fortuna – non è cambiata: linkate, taggate, sponsorizzate, googlate, applicate regole SEO o algoritmi di ogni sorta e dimensioni, ma se davvero volete promuovere in modo efficacie il vostro ristorante, il vostro food, il vostro vino, anche per il 2017 (udite udite) al ‘fumo’ digital è necessario far corrispondere un ‘arrosto’ buono e di qualità.

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