La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti a Vinitaly con 53 aziende presenti

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Anche la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti al prossimo Vinitaly.
E la presenza quest’anno ha un significato più forte, perchè per la prima volta FIVI avrà un’area tutta dedicata alle 53 aziende presenti. Dal 2008 la Federazione si erge a tutela della qualità e dell’autenticità dei vini italiani e vale la pena ricordare un passo significativo del suo statuto, prima di immergersi negli assaggi veronesi, giusto per capire ancora meglio chi si andrà ad incontrare: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
L’area a Verona sarà di 300 metri quadri organizzata con desk frontali. La semplicità dell’allestimento è coerente con l’essenzialità di questi vignaioli, che hanno l’obiettivo di dare massimo risalto ai prodotti piuttosto che “sprecare risorse in arredi”. L’area dedicata sarà al Padiglione 8, stand B8/B9 e C8/C9.

Matilde Poggi alla presidenza di FIVI
Matilde Poggi alla presidenza di FIVI

Se 53 saranno le aziende presenti direttamente, la Presidente Matilde Poggi ha invece appena ricordato che è stata toccata quota 900 soci: “Siamo orgogliosi di continuare a ricevere nuove adesioni, segno che viene riconosciuto il nostro ruolo aggregativo e costruttivo. Credo che FIVI lo abbia ben dimostrato lo scorso dicembre arrivando ad una soluzione con il Ministero delle Politiche Agricole frutto di un dialogo costruttivo e franco con le istituzioni”.
Il ruolo di FIVI è stato determinante nello scongiurare l’entrata in vigore di un regolamento comunitario che vietava di menzionare – in etichetta, sulle brochure aziendali, sul web – la regione o provincia di produzione dei vini. “Un risultato importante – ha concluso la Poggi – ma i fronti aperti per i vignaioli sono ancora molti, dai costi insostenibili per la burocrazia alla creazione di un ufficio approvazione etichette”. La Federazione però ha le idee chiare e continuerà a portare avanti le sue battaglie nel nome di qualità, trasparenza, semplificazione. Prerogative che purtroppo spesso nel nostro sistema-vino figurano come non pervenute.

Il valdostano Costantino Charrere: anche lui in FIVI
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