Distillerie italiane: un modello perfetto di sviluppo sostenibile

Ma… minacciato dalle contraffazioni del prodotto. Ecco quanto emerge dalla 70^ assemblea di AssoDistil.

logo_assodistil_fin70L’assemblea tenutasi in occasione delle 70ma assemblea di Assodistil pone l’accento sulla situazione delle distillerie in Italia, che rappresentano un modello perfetto di sviluppo sostenibile.
Il ruolo delle stesse, infatti, risulta essere fondamentale per il sistema dei conferimenti dei sottoprodotti della vinificazione, ovvero di fecce e vinacce, il che rappresenta un valore aggiunto per la filiera vitivinicola.

Dai dati presentati in occasione dell’assemblea, la produzione di acquaviti da vino in Italia ha registrato un preoccupante minimo storico, con 20.000 ettari di prodotti e 10 milioni di ettolitri di vino in meno rispetto al 2010. Causa scatenante della crisi produttiva sono, in primo luogo, le pratiche fraudolente che permettono di immettere sul mercato prodotti senza i necessari controlli.

“La distilleria, per la sua attività riutilizza i sottoprodotti e li valorizza, realizzando così una vera e propria ‘filiera della sostenibilità’. Dai cereali al vino, dalla frutta ai sottoprodotti della vinificazione, le materie utilizzate in distillazione hanno tutte una seconda vita e sono integrate nel circolo produttivo” ha spiegato Antonio Emaldi, Presidente di Assodistil “…Proprio perché il nostro è un prodotto naturale e di qualità chiediamo di valorizzare l’origine agricola rispetto a quella sintetica. Del resto, chi preferisce alimentarsi con un derivato del petrolio piuttosto che con un prodotto dell’uva? Esistono Regolamenti che prevedono il solo utilizzo dell’acido tartarico di origine agricola e allora perché non differenziare anche le denominazioni di vendita?”.

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