Il Direttore Generale del Chianti Classico ci racconta i 300 anni del Gallo Nero…

… e gli obiettivi futuri della denominazione toscana.

Abbiamo chiesto a Giuseppe Liberatore, Direttore Generale del Chianti Classico, di parlarci dell’anniversario dei 300 anni dal Bando di Cosimo III, fra passato e progetti futuri.

300 anniā€¦ cosa significa questo traguardo?chianticlassico-8307

“Il Chianti Classico festeggia i suoi primi 300 anni, una lunga storia che inizia il 24 settembre 1716. In questa data infatti, per la prima volta nella storia, nasce un territorio di vino: quando il Granduca Cosimo III deā€™ Medici decise di delimitare alcuni territori individuati come aree di produzione di vini di alta qualitĆ  con un Bando che ne sanciva i confini. Il bando sā€™intitolava Sopra la Dichiarazione deā€™ Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Valdā€™Arno di SopraĀ e lā€™area piĆ¹ estesa era rappresentata proprio da quel territorio compreso tra le cittĆ  di Firenze e Siena in cui nasceva lā€™omonimo vino Chianti (oggi Chianti Classico). Un territorio che giĆ  allā€™inizio del diciottesimo secolo dimostrava la sua ricchezza e la sua fama in termini di vino, tanto da far nascere nella mente del Granduca lā€™idea di proteggerlo e tutelarlo. I documenti di archivio testimoniano gli sforzi del sesto granduca di casa Medici per allargare la rete commerciale in campo enoico durante la Guerra di Successione spagnola (1702-1714). Durante gli anni della guerra, infatti, la Toscana riuscƬ a rimanere neutrale, evitando i contraccolpi produttivi e commerciali degli altri paesi europei a vocazione vitivinicola finiti nel conflitto. Fu un decennio privilegiato per il Granducato. Una volta conclusa la guerra, perĆ², la situazione cambiĆ² drasticamente. A seguito degli accordi di pace firmati tra il 1712 e il 1714, i prodotti spagnoli, tedeschi e francesi furono riportati sul mercato e iniziarono i primi tentativi di contraffazione delle etichette. Questo aumentĆ² il danno, implicando per i vini toscani la perdita di una posizione di preminenza. Il Bando del settembre del 1716 va inquadrato in questa cornice: la necessitĆ  per la politica granducale di rilanciare i vini toscani di maggior smercio e commercialmente piĆ¹ a rischio”.

C’era un altro bando collegato all’editto di settembre, giusto?
“SƬ,Ā un altro decreto, sempre lo stesso anno, mette chiaramente in evidenza anche regole di commercializzazione e pene per chi trasgredisce. Recita il bando: Motu proprio, sā€™ĆØ lā€™Altezza Sua Reale risoluta ad ordinare una nuova Congregazione quale invigili che i vini che sono commessi per navigare, siano muniti alla Spedizione con la maggior sicurezza per le qualitĆ  loro, e tutto per ovviare alle Fraudi, che ne potrebbe nascere [ā€¦] La Pena ai Trasgressori sarĆ  generalmente la perdita della Mercanzia, o il Valore di essa, non trovandosi in essere, per aumentarla ad arbitrio della medesima Congregazione. 300 anni fa venne quindi anche costituita una

congregazione, con compiti di vigilanza, che ricorda da vicino gli odierni Consorzi di tutela. A distanza di 300 anni da quel bando il territorio del Chianti Classico puĆ² essere a ragione definito come un vero e proprio distretto produttivo, tra i pochi in Italia, a vantare una storia centenaria. Oggi piĆ¹ che mai, sulla scia della lungimiranza del Granduca Cosimo III, ĆØ nostro compito tutelare e proteggere e valorizzare in tutto il mondo un prodotto unico, sinonimo di qualitĆ  assolutaā€.

Come vede la denominazione fra 10 anni?

“Il Chianti Classico ĆØ pronto alla sfida del futuro. I risultati che abbiamo conseguito negli ultimi due decenni manifestano chiaramente il potenziale di cui disponiamo e la nostra capacitĆ  di fare sistema: negli ultimi 30 anni la viticoltura chiantigiana ĆØ riuscita ad affermarsi come uno dei protagonisti del panorama internazionale facendo leva su imprese sane, competitive, intraprendenti, e su prodotti con una qualitĆ  riconosciuta da tutti gli operatori. In quindici anni abbiamo raddoppiato la quota export e siamo riusciti ad essere presenti con i nostri prodotti in oltre 100 mercati di tutti i continenti. La qualitĆ  ha rappresentato il faro della nostra idea di sviluppo della denominazione e sicuramente proseguiremo su questa linea”.

Quali sono i principali obiettivi per il futuro?

“Beh sono numerosi. Ad esempio il gemellaggio con Reims per far fronte comune contro le frodi: lo Champagne ha molto da insegnarci Ā ed ĆØ importante portare avanti scambi culturali e di esperienze. Inoltre abbiamo presentato ufficialmente laĀ Candidatura del Chianti a Patrimonio dellā€™UmanitĆ . Infine abbiamo firmato il protocollo che punta a riconoscere il Chianti Classico come un vero e proprioĀ Distretto Rurale, per il vino ma anche per l’olio evo di altissima qualitĆ  e l’indotto turistico”.

Related Posts

Ultimi Articoli