Degustando i vini di Paul Hobbs: lo Steve Jobs del vino

Due Chardonnay e due Pinot noir accompagnati alle delizie della chef Anne Sibaluca

Vigneto tagliatoSiamo nella Russian River Valley, a qualche miglio da Sebastopol nella Contea di Sonoma dove sorge uno dei “must taste” californiani: Paul Hobbs.

Definito lo “Steve Jobs del vino”, nominato per due volte personalità dell’anno da Robert Parker che ne ha premiato il Cabernet Sauvignon Beckstoffer To Kalon Vineyard 2002 con l’ambito 100, un curriculum dove campeggiano Mondavi, Opus One e Simi Winery, Paul Hobbs non passa di certo inosservato. EscolziaAnzi, il suo fiuto per il vino ne fa un vero e proprio precursore delle future tendenze enologiche: lo è stato per Sonoma prima che per l’Argentina – dove a Mendoza ha avviato Viña Cobos in tempi non sospetti – e se ora ha comprato una tenuta nei Finger Lakes e in Armenia, beh… traetene le dovute considerazioni.

Ma Paul Hobbs non nasce fra le vigne quanto piuttosto nei meleti: quelli della tenuta di famiglia dove è incaricato di supervisionare la qualità dei frutti – come l’uva particolarmente influenzati a livello organolettico dal tipo di suolo. Da lì, tramite una storia fatta di incursioni in campi altri – all’università si iscrive a medicina – trova finalmente la sua strada nelle vigne bordate dall’Escolzia: il papavero arancio simbolo della California.

Ecco i nostri assaggi accompagnati dai piatti della chef Anne Sibbaluca.

Gamberi e capasanta in zuppa di lime e zenzero. Fresca e opulenta, un binomio arduo da ottenere soprattutto quando si cerchi anche l’armonia. Ma qui abbiamo fatto centro!

Chardonnay “Ellen Lane Estate”, Russian River Valley, 2011

Naso intenso, profumi di campo, camomilla, mango, erbe aromatiche, menta, in bocca pieno, corposo, movenze da atleta che sa dosare ogni singolo movimento, chiusura leggermente ammandorlata.

Chardonnay “Ulises valdez Vineyard”, Russian River Valley, 2011

La versione esotica del precedente, i movimenti si fanno più sinuosi, un po’ più pesanti alla maniera di Ingres, con un naso che vira sul fiore appassito, un ricordo di giglio, grandissima morbidezza in bocca.

Quaglia arrosto in forno a legna con riduzione di Pinot Noir e mela cotogna: un piatto godibilissimo grazie alla quaglia magistralmente disossata e succulenta che se la gioca fra la vivacità aromatica dell’insalata di finocchio e peperoni dolci arrosto e la nota dolciastra della purea di pastinaca.

Pinot Noir, Russian River Valley, 2012

Frutta matura, succosa e dal cipiglio nero, sentori di mora, mirtillo che si riaffacciano al palato, caratterizzato da una notevole freschezza e da buon equilibrio, che chiudono sulla lunga distanza.

Pinot Noir, “Ulises valdez Vineyard”, Russian River Valley, 2012

Qui il frutto maturo si trasforma in confettura, in gelatina e si tinge di rosso fragola. Personalità che punta sul tocco dolce, sulla piacevolezza di beva, anche qui persistente.

Midollo ripieno arrosto la rivisitazione di classe di un piatto tradizionale della zona, qui servito con funghi locali, chimichurri e rucola.

Cabernet Sauvignon, Napa Valley, 2011    

Polpa matura e spezia dolce al naso, legno profumato, in bocca possiede un’intensa vigoria vibrata sul  tannino e sui toni fruttati.

Cabernet Sauvignon, Beckstoffer Dr. Krane Vineyard, Napa Valley, 2011         

Frutti di bosco rossi e spezie più pungenti dove si intravedono pepe e chiodi di garofano, sottofondo di radice di liquirizia e accenni balsamici. In bocca è rotondo, caldo, coinvolgente.

 

 

 

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