Costiera Amalfitana: vino, mare, sentieri, trekking, agriturismi, prodotti tipici

Le 6 parole da ricordare per vivere con pienezza la Costa d’Amalfi.

Amalfi
Amalfi

Quando si pensa alla Campania enologica, l’associazione quasi spontanea è con le sue Docg più famose, e allora vengono in mente Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo. I percorsi da sviluppare, che danno luogo in totale a circa 29.000 ettari vitati, sono diversi e non v’è dubbio che, se si vuole conoscere la parte vitivinicola più cospicua della regione, ci si debba dirigere nel beneventano (dove la fanno da padrone vitigni come Aglianico, Piedirosso e Falanghina) e nell’avellinese. Proprio dal territorio di Avellino – dove la tradizione del fare il vino è decisamente antica – arrivano le 3 Docg e lì il grande Aglianico diventa Taurasi. Di notevole tradizione e produzione, anche l’Irpinia meriterebbe un approfondimento a parte.

L’eterogeneità è una delle caratteristiche del sistema vinicolo campano. Superando i numeri, il nostro zoom va volentieri su piccole produzioni, nicchie all’interno di territorio circoscritti e incastonati in un ambiente unico; ed ecco che viene in mente la Doc Costa D’Amalfi, un gioiello che fonde mare, vino, roccia. Una Denominazione che si declina nelle diverse tipologie: Bianco, Bianco passito, Bianco spumante, Rosso, Rosso passito, Rosato.
Le vigne non sono – come si potrebbe pensare – collocate all’altezza del mare ma sono situate ad altezze collinari e in qualche caso “abbarbicate” coi terrazzamenti su porzioni di roccia piccolissime e difficili da raggiungere (e questo è sempre un valore aggiunto per chi ama il vino). Mediamente siamo a 650 metri sul livello del mare, estesi dal territorio del comune di Amalfi ad altri 12 comuni nella provincia di Salerno: Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri.
Le sottozone sono tre, tutte evocative e affascinanti: Tramonti, Ravello, Furore.

Questa porzione di costa gode già di una sua luce e di un’indiscussa bellezza, e diventa dalla primavera in poi meta d’elezione (da Vietri sul mare a Positano, incastonate sul mare ma vicine ai monti,le località offrono percorsi naturalistici e faunistici di rara bellezza, perfetti per il trekking e le camminate). Il territorio più vocato alla vite però è quello vicino ai monti Lattari, dove a buon diritto si può parlare di viticoltura eroica. Qui troviamo una Strada del Vino particolarmente motivata ad avvicinare i flussi turistici, tradizionalmente attratti dal richiamo “facile” e pittoresco del mare e pigramente portati a trascurare tutto ciò che gli sta attorno.
Sulla rotta dell’enoturismo, l’area collinare può invece contare anche su un numero di agriturismi in crescita e sulle tipicità del territorio. Non c’è solo il vino qui, vale la pena ricordare il limone IGP che è condimento immancabile di ogni portata (ad esempio i crudi di mare, i molluschi e i crostacei), ma anche la castagna di Scala e Tramonti. Si approda poi al condimento per eccellenza, reso celebre da qualche azienda che oltre a coltivarlo ha capito come comunicarlo: il pomodorino piennolo di Furore.

il pomodorino piennolo
il pomodorino piennolo

I sentieri da percorrere sono molti: dal sentiero del “Fiordo” a quello “dell’amore”, da quello della Torre di San Lorenzo a quello della Torre dello Ziro. Vario il chilometraggio e i livelli di difficoltà, basta cercare.
Dopo un’escursione o una nuotata, cedere al richiamo di un’enogastronomia a cinque stelle (a proposito, non perdetevi il “Fiorduva”, nettare pregiatissimo che arriva dalla sottozona Furore Bianco e viene prodotto da uve Fenile al 30%, Ginestra al 30% e Ripoli al 40%) sarà non solo possibile, ma addirittura obbligatorio. Magia di sapore che accomuna la Campania intera, del resto.
A partire dai prossimi “ponti” che maggio e giugno riserveranno, la Costa D’Amalfi è un’insenatura variegata pronta ad appassionare.

vigne dell'azienda Marisa Cuomo
vigne dell’azienda Marisa Cuomo

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