Chianti, ecco come potrà cambiare il vino

Obiettivo: diventare ancora più competitivi all’estero.

Appena lasciata alle spalle la settimana delle Anteprime del vino toscano, il Consorzio del vino Chianti lancia la sua proposta per una futura linea produttiva e commerciale.
L’idea, formalizzata durante l’Assemblea dei soci che si è riunita a Firenze, è di diminuire la quantità incentivando l’ammodernamento dei vigneti e incrementando la qualità. L’obiettivo per la Denominazione è diventare ancora più competitivi sul mercato internazionale.
Tra le altre cose, è stata anticipata di un anno la scelta di ridurre le rese ‘a ceppo’ da 5 a 3 chilogrammi per i vecchi vigneti che fino ad oggi godevano di un regime in deroga particolare.

Giovanni Busi

“Questa permetterà di riequilibrare la Denominazione – ha detto Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – garantendo una migliore qualità dei nostri vini. Una scelta in linea con quanto deciso dall’ultimo Consiglio di Amministrazione del Consorzio che nei giorni scorsi ha deliberato la riduzione del 10% della produzione massima di uva a ettaro per la vendemmia 2017 che permetterà di mantenere l’equilibrio della nostra Denominazione e metterla in condizione di competere a livello mondiale con le altre denominazioni, com’è doveroso che sia per una realtà storica che quest’anno compie 90 anni dalla sua costituzione”.

Fra le modifiche al disciplinare c’è anche quella che riguarda il limite massimo di residuo zuccherino, fissato per 4 grammi a litro sia per il Chianti Docg che per tutte le sottozone.
In questo senso, è stata seguita la norma comunitaria secondo cui il contenuto massimo in zuccheri di un vino secco è di due punti superiore al grado di acidità totale del vino.

Una modifica che si orienta maggiormente al gusto internazionale. “In questo modo – ha spiegato arco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti – saremo ancora più competitivi nei mercati orientali, da sempre più sensibili a prodotti più morbidi. I produttori, in questa fase che ci vede impegnati a promuovere il vino toscano in mercati che guardano all’oriente, potranno così decidere se aumentare leggermente il contenuto di zucchero dei loro prodotti andando incontro alle esigenze del consumatore di quei territori”.

Per il Gallo Nero arrivano dunque delle misure che mettano i produttori toscani “in condizione di poter lavorare nella direzione dei gusti del consumatore a cui il vino vuole rivolgersi. Con questa scelta – ha concluso Busi – il nostro vino si abbinerà meglio ai piatti tipici di quei Paesi”. Sono attese ricadute positive a livello di vendite in tutto sud-est asiatico, in linea con i viaggi di promozione che il Consorzio sta effettuando in questi ultimi mesi.

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