La certificazione forestale PEFC nel settore vitivinicolo. Ne parliamo con Antonio Brunori.

Vino sostenibile: che cosa significa in termini pratici?

legno_pefcSempre più spesso si parla di sostenibilità nel comparto vitivinicolo ma ci sono aspetti che vengono sistematicamente trascurati: da dove viene il cartone del packaging che usiamo? E i pali che mettiamo in vigneto? E il legno delle botti in cui affiniamo i nostri vini? A fare chiarezza per noi è Antonio Brunori, Segretario Generale del PEFC Italia (PEFC è il sistema di certificazione forestale più diffuso in Italia e nel mondo).

Si parla molto di vino sostenibile: in che modo la certificazione forestale si inserisce in questo argomento?
“La sostenibilità riguarda il mondo del vino perché oltre alle energie rinnovabili, alla coltivazione a basso impatto ambientale delle vigne e ai processi produttivi con impronta ecologica ridotta, vengono adoperate grandi quantità di materiali legnosi e cartacei, cioè derivanti dal taglio delle foreste. Si pensi al legno per le botti, al sughero per i propri tappi, al cartone e al legno per il packaging, o alla carta delle etichette e dei cataloghi promozionali, anche al pallet su cui si trasporta il proprio vino. Avere questi prodotti con la certificazione forestale PEFC, certificazione che garantisce la provenienza della materia prima da foreste gestite in modo responsabile e che obbliga la riforestazione degli alberi abbattuti,vuol dire fare acquisti che proteggono l’ambiente e presentarsi alla clientela come azienda sensibile al futuro delle foreste”.

Cosa è PEFC? Quali contesti possono essere normati da questo ente?
“Il PEFC è un’organizzazione mondiale, non governativa e no-profit, che promuove, a livello internazionale, la gestione sostenibile delle foreste e la tracciabilità dalla foresta ai prodotti finiti. Tale garanzia è data da una certificazione rilasciata da un organismo indipendente e accreditato, che permette il rilascio di un marchio che identifica i prodotti costituiti da materia prima che proviene da foreste tagliate in maniera legale e sostenibile. Il sistema di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste PEFC è il più diffuso al mondo (la superficie forestale certificata è di 258 milioni di ettari, nei cinque continenti) e

Antonio Brunori (foto: PEFC Italia)
Antonio Brunori (foto: PEFC Italia)

interessa i prodotti forestali derivati, come legno, carta, cartone, sughero, ecc. L’altro sistema di certificazione forestale è FSC, più diffuso nelle aree tropicali ed equatoriali, è presente in 150 milioni di ettari di foreste”.

Ci può fare qualche esempio virtuoso di aziende del comparto vitivinicolo che hanno scelto di essere sostenibili attraverso prodotti tracciabili “buoni” per l’ambiente?
“Posso fare almeno due esempi eclatanti, uno relativo alla produzione in vigna e uno alla commercializzazione. Il primo riguarda l’azienda Marchesi de’ Frescobaldi società agricola gestisce otto fattorie fra le quali tre oggetto della certificazione forestale, con 1.426 ettari di boschi certificati, che circondano le vigne da cui si ottiene il famoso vino. Le tre fattorie i cui boschi sono stato certificati nel mese di marzo del 2009 secondo lo schema PEFC sono: Fattoria di Pomino – Rufina (FI), Fattoria della Consuma –Rufina (FI) e Fattoria di Nipozzano – Pelago (FI). La componente forestale ricopre circa il 70% della superficie totale aziendale. L’azienda si occupa della gestione dei boschi in tutte le sue fasi, dalla piantagione fino al taglio e rimboschimento delle tagliate. In questo caso la produzione di legname (paleria, tavole e cippato di legno per l’energia) viene usato sia in azienda che venduto all’esterno. C’è inoltre la cantina Salcheto, azienda vinicola toscana, nei suoi 50 ettari di viti attorno a Montepulciano ha scelto di coniugare il vino di qualità (produce il celebre Vino Nobile che prende il nome dal suo territorio, utilizzando sistemi biologici) con l’attenzione all’ambiente e alla riduzione di impronta ecologica: luci naturali, giardini verticali, ventilazioni naturali, recupero energetico degli scarti legnosi, calcolo della propria Carbon footprint. Per le sue forniture ha scelto di utilizzare prodotti certificati PEFC, come portabottiglie in cartone, botti in rovere, eco-cassette e pallet realizzati con legno certificato”.

Parliamo di numeri: quanto di ciò che è in circolazione è veramente “sostenibile”? Quanto si sta facendo – e si può ancora fare – per difendere l’ambiente, le foreste, l’ecosistema, le filiere corte e i diritti dei lavoratori?
“Secondo il Parlamento Europeo il 20% del legname e dei relativi prodotti commercializzati in Europa proviene da fonti illegali, cioè da foreste tagliate illegalmente o in maniera non sostenibile. Per questo motivo, l’Unione Europea ha approvato un regolamento (il 995/2010, chiamata Timber Regulation) che vieta la vendita di legname di provenienza illegale nel mercato interno e ne vieta anche il riutilizzo. All’acquirente di prodotti legnosi e cartacei che vuole certezze nell’acquistare legno e carta da fonti sostenibili esiste sia la conoscenza diretta di chi taglia il bosco o la certificazione forestale”.

Foto: PEFC Italia
Foto: PEFC Italia

In che modo, a suo avviso, una scelta etica può trasformarsi in leva di marketing?
“I consumatori sono sempre più sensibili e disposti a premiare gli imprenditori che promuovono e tutelano la qualità e l’ambiente: una recentissima indagine in 13 Paesi del mondo della GfK Globus ha fornito un sorprendente 81% di consumatori che a parità di prodotti predilige le aziende che danno garanzie di forniture sostenibili. Le faccio un esempio: scegliere legno di alta qualità per far stagionare il proprio vino nel migliore dei modi è una scelta obbligata per chi vuol fare del buon vino. Richiedere da dove provenga quel legno e acquistare la botte solo se si ha garanzia che il legno viene da foreste gestite in maniera sostenibile è invece una scelta etica, un valore aggiunto, che può essere comunicato. La stessa cosa vale per l’approvvigionamento di carta, cartone e legno per il proprio packaging e scatole. Il tema dell’acquisto responsabile e della selezione dei propri fornitori è diventata quindi una leva di scelta per il mercato”.

Cosa può fare in concreto un’azienda fornitrice – botti, attrezzatura per il vigneto, packaging, uso del sughero, ecc. – che desideri operare in maniera sostenibile e nel rispetto dell’ambiente e del lavoro degli uomini?
“Sicuramente cercare prodotti in legno e carta o cartone certificati PEFC. Per le botti è semplice: qui in Italia esiste una azienda produttrice di botti con legno certificato, cioè la Garbellotto (www.garbellotto.it) che si approvvigiona di rovere proveniente dal massiccio centrale francese, tutto certificato per la gestione forestale sostenibile. Utilizzare botti realizzate con legno certificato PEFC, ai fini del marketing, vuol dire anche investire in sostenibilità ambientale. Per il sughero basti pensare che una azienda italiana, il Sugherificio Molinas, ha fatto certificare una propria foresta per ottenere sughero PEFC, anche se la maggior quantità di sughero certificato viene da Portogallo e Spagna. Ma l’azienda può essere etica anche nella scelta del cartone e legno per il proprio packaging, per la carta delle etichette e dei cataloghi promozionali, per il pallet su cui si trasporta il proprio vino. Nel sito www.pefc.it c’è comunque una sezione dedicata alle aziende certificate, dove prendere nomi e indirizzi delle aziende che possono produrre materiale “amico delle foreste” per accompagnare il vino con un messaggio di sostenibilità e di etica”.

Approfondimenti:
• http://www.valdelsa.net/det-cy52-it-EUR-17231-.htm Vinitaly, sughero e sostenibilità
• http://www.pefc.org/projects/markets/cork-campaign sughero certificato (in inglese)
• http://www.pefc.it/news-a-media/news/185-la-rolls-royce-delle-botti-quando-la-sostenibilit%C3%A0-fa-rima-con-vino-buono (Garbellotto, produttore di botti certificate)

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