La Bottega di Stigliano: luogo multifunzionale di incontro fra produttori senesi e consumatori

Per un consumo di prodotti locali di filiera corta che sia volano di nuove economie territoriali.

7190088946_d07fb486e1Il tema se ne sta sotto i riflettori già da un po’, merito di un consumatore sempre più consapevole e della prossima Expo che proprio su questo ha deciso di puntare: quello della filiera corta e dello sviluppo rurale, forieri di un’alimentazione quanto più local possibile e sana, tradizionale, territoriale, permettendo lo sviluppo di microeconomie legate ad una specifica area geografica, produttiva e culturale.

La case history, in questo caso, è quella della Bottega di Stigliano, un progetto che proprio in questo periodo sta dando una sterzata alla sua condotta, passando da gestione pubblica a privata, e che rappresenta un esempio concreto di progettualità legato al territorio. A spiegarci il progetto è Elina Bonavitacola, consulente esterno che da anni si occupa dello sviluppo e della promozione della Bottega (a Stigliano appunto, provincia di Siena).

In che cosa consiste il progetto della Bottega di Stigliano?
“La bottega di Stigliano, costituisce l’azione pilota del progetto europeo RurUrbAl, progetto di cooperazione transnazionale europea all’interno del Programma MED, per l’elaborazione di una strategia di governance e di equilibrio tra i territori urbani ed agricoli mediante la valorizzazione, la commercializzazione, la promozione e il consumo delle risorse agroalime ntari locali, che ha portato nel 2009 alla firma della Carta Europea 10710670di Governance territoriale e alimentare. Con la sottoscrizione di questo documento si è conclusa la parte di impostazione progettuale di RurUrbAl e si è dato inizio alle azioni di concretizzazione reale sul territorio (la Carta è stata sottoscritta dalla Provincia di Siena e dagli altri partner del progetto – la Provincia di Torino, Barcellona, Aix en Provence e Grenoble, Tessalonica) tra cui La bottega di Stigliano. Inaugurata nel dicembre del 2011, “La bottega di Stigliano” , nel cuore della Val di Merse, rappresenta l’attuazione nel territorio senese di un nuovo rapporto economico, sociale e culturale tra città e campagna, incentrato sulla partecipazione di tutti gli attori del territorio per la realizzazione di un Sistema Agroalimentrare Locale, in attuazione delle direttive della Carta Europea di Governance Territoriale. Il progetto si inserisce inoltre nella più ampia cornice del Terre di Siena Green- Filiera Corta: la Provincia di Siena lavora infatti da anni alla costituzione di un sistema di valorizzazione delle risorse territoriali locali”.

E nella pratica?
“La bottega rappresenta uno spazio innovativo dedicato all’alimentazione e alla agricoltura di qualità, un luogo multifunzionale dove fare la spesa acquistando direttamente dal produttore, assaporare piatti a filiera corta e prevalentemente a km0, e partecipare ad iniziative culturali per approfondire il legame tra alimentazione e territorio. Quindi: ristorante (con menù rigorosamente legati alla stagionalità e agli bottega-di-stiglianoapprovvigionamenti disponibili), punto vendita, organizzazione di corsi (ad esempio i corsi di cucina a filiera corta), incontri, workshop: uno spazio multifunzionale che si rivolge a pubblici e privati, ad abitanti della zona come a turisti“.

In che direzione si sta andando?
“Il protocollo di gestione ha garantito dal 2011 al 2014 il supporto istituzionale della Provincia di Siena e dell’Unione dei Comuni della Val di Merse. Durante i tre anni di start-up si è lavorato alla realizzazione delle condizioni per una futura gestione autonoma del progetto. Oggi, dopo due gestioni sperimentali della parte di ristorazione, il progetto ha incontrato la professionalità degli chef Stefano Pierini e Nicola Vizzarri che gestiscono la parte di ristorazione e di vendita dei prodotti di filiera corta. Si sta ultimando il percorso tecnico-giuridico verso la costituzione di un soggetto autonomo che porterà avanti l’impostazione del progetto in forma imprenditoriale, affinché il consumo di prodotti locali di filiera corta diventi un volano reale di nuove economie territoriali e possa essere il punto di incontro tra chi produce e chi consuma”.

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